Prima fu Punta Mesco. Qui probabilmente avvennero i primi insediamenti, secondo documenti che risalgono intorno all’anno 1000.
Però fu nel XI secolo che il borgo di Monterosso prende vita, lungo il torrente Burranco. I fondatori sono probabilmente i mitici abitanti di Albareto, paese situato sui monti circostanti, distrutto dai Longobardi verso la metà del 600.
Il nucleo residenziale si sviluppa in una giurisdizione dominata dagli Obertenghi, antica famiglia feudale di origine longobarda, discendente di Oberto I, che da Bobbio, dal 614, si espanse inglobando un territorio vastissimo di cui facevano parte oltre la Lombardia, anche gran parte della Liguria e della Toscana, come la Lunigiana, la Garfagnana e le Cinque Terre.
La presenza degli Obertenghi a Monterosso è testimoniata dalle vestigia di un castello in rovina, i cui resti sono compresi nell’antico cimitero che domina la baia.
Verso la metà del 1200, dopo alterne lotte tra la Repubblica Marinara di Pisa e quella di Genova, Monterosso passò definitivamente sotto il dominio genovese, che consolidò in quegli anni la propria potenza sul Mare Ligure.
Il castello in questo periodo venne fortificato dai genovesi ad uso militare con architetture di difesa, riconoscibili ancora oggi.
Lo sviluppo agricolo di Monterosso inizia nel periodo di dominazione genovese: prende campo la coltivazione del grano e nelle colline che scendono al mare si coltivano vigne protette a valle da muretti a secco. Solo nel 1600 Monterosso si apre ad una nuova economia basata sulla pesca. Vi sono documenti infatti che testimoniano l’esistenza in quegli anni di una tonnara al largo di Punta Mesco, la cui gestione, insieme alla coltivazione dei limoni e della vite, fu oggetto di aspre dispute con Genova.
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